mercoledì 17 luglio 2013

martedì 24 novembre 2009

lunedì 16 novembre 2009

CAFFE' LETTERARI - 13, 21 E 27 NOVEMBRE A VILLA FONDI - PIANO DI SORRENTO

Le comunico che l’Associazione Socio-Culturale Italo Argentina (ASCIA), insieme al Comune di Piano di Sorrento e con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina, organizza per il giorno sabato 21 novembre 2009 alle ore 19.00 a Villa Fondi l’evento “Interculturalismo, i valori delle differenze culturali”.

Interverranno il Sindaco della Città di Piano di Sorrento, Prof. Giovanni Ruggiero, il Presidente dell’Associazione Socio Culturale Italo Argentina, Dr. Carlos Omar Bustamante, moderatrice la Prof.ssa Rosa Pajares Coppola del Consiglio Nazionale delle Donne del Perù.

Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che solo con l’avvicinamento dei popoli e grazie alle modalità di relazione interpersonale, spesso segnate da un sentimento di “diversità”, si possa costruire una società più giusta, serena e partecipativa in un mondo ormai globalizzato.

Gli argomenti trattati saranno la nostra geografia, storia, cultura, arte e teatro.

Ci sarà una esibizione di tango dei maestri Alessandra Maresca e Michele Galdi e degustazione di empanadas argentine con ottimo vino locale offerto dal Comune di Piano di Sorrento.

domenica 4 ottobre 2009

SI E' SPENTA LA VOCE PIU' AMATA DEGLI ARGENTINI - MERCEDES SOSA

La cantante Mercedes Sosa, di 74 anni, ha deceduto oggi, alle 5.15, a causa di una disfunzione renale che fu avanzando anche sul cuore ed i polmoni. I resti dell'artista che in più di quattro decadi di traiettoria professionale fu alveo per un repertorio che ha avuto visibilità e riconoscimento in tutto il mondo, saranno vegliati da mezzogiorno nel Salón de los Pasos Perdidos del Congreso de la Nación. Ricoverata dal 18 di settembre nella clinica de la Trinidad di Buenos Aires, la salute fu peggiorando da mercoledì scorso quando dovette essere alloggiata in una sala di terapia intensiva dove venne collegata ad un respiratore artificiale e rimase in stato di coma farmacologico. Nata il 9 Luglio di 1935 in San Miguel di Tucumán, Sosa è considerata una delle più grandi voci della canzone popolare latinoamericana.

Forse, le parole della sua affettuosa amica, Teresa Parodi, riassumano il sentimento di molti:

“…Mercedes, salmo en los labios
amorosa madre amada
mujer de América herida
tu canción nos pone alas y hace que la patria toda
menudita y desolada no se muera todavía,
no se muera porque siempre cantarás en nuestras almas…”

Qualche volta disse che cantava per non morire.


In mezzo ad una chiacchierata, Mercedes Sosa cercava qualunque scusa per cantare. Una frase, un ricordo, una canzone nuova, quello che sia. A volte il canto si interrompeva con un pianto. Ma lei cantava. Credeva che fosse il suo migliore modo di espressione.


Da giovane gli piaceva la velocità, las empanadas di sua madre ed il whisky. Da grande, si interessò a la lettura, in alcune poche amiche e nella radio, il suo mezzo di comunicazione preferito. Dopo la separazione dal suo secondo marito, scelse la serena solitudine. Usciva poco da casa.


Ascoltava musica classica e studiava repertori. A dispetto dal suo genio naturale, al prodigio della sua voce, era tenacemente studiosa ed educava giornalmente le corde vocali. Rimpiangieremo quella voce. Rimpiangiamo la delicatezza del suo repertorio. Temi come "Gracias a la vida", "Canción con todos", "Un son para Portinari", "Alfonsina y el mar".


La militanza politica, la proibizione, l'esilio ed il ritorno in 1982 gli concederono una dimensione mitica. Si delineò così una figura idolatrata in tutto il mondo, con un poderoso componente simbolico: in Argentina, ma ancora di più in Europa, Mercedes Sosa è sinonimo di lotta, resistenza e libertà. Tradizionale e moderna, rurale e mondana, agreste e sofisticata, fu né più né meno che la cantante argentina più importante della storia. Ancora oggi scuote ricordarla nel mezzo dello scenario, sotto un fascio di luce definendo i suoi profili indio, il tamburo ad un fianco. Ricordarla e pensare ad una zamba sul punto di cominciare. Una zamba, il tamburo e la voce di Mercedes Sosa.

http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-132929-2009-10-05.html

domenica 28 giugno 2009

Colpo di Stato in Honduras

I militari arrestano Manuel Zelaya. Obama preoccupato. Clinton: «Violati i principi democratici»
TEGUCIGALPA (Honduras) - Colpo di Stato in Honduras. Un gruppo di militari ha arrestato a Tegucigalpa, il presidente del paese centroamericano, Manuel Zelaya. La notizia, resa nota da emittenti radiofoniche del Paese, è stata confermata domenica pomeriggio dal diretto interessato. «Sono stato rapito e sono vittima di un complotto» ha detto Zelaya dai microfoni della catena televisiva latinoamericana Telesur. Ora il presidente si trova in Costa Rica, dove è stato condotto con la forza dai militari. Il capo dello stato dell’Honduras, alleato del venezuelano Hugo Chavez, è stato bloccato all’alba dai militari all’interno della sua residenza, poco prima dell’apertura delle urne per il contestato referendum di revisione costituzionale. Dietro il golpe militare c'è la Corte Suprema di Tegucigalpa. I giudici hanno spiegato infatti con un comunicato di aver ordinato ai militari di agire proprio perché Zelaya aveva tentato di violare la legge facendo votare un referendum per autorizzare la sua rielezione. La moglie del presidente deposto, la «primera dama» honduregna, Xiomara de Zelaya, non è riuscita a fuggire con il marito in Costa Rica e si è rifugiata «su una montagna» nella zona orientale del Paese. E in serata il Parlamento dell'Honduras ha nominato successore del presidente deposto il presidente dello stesso Parlamento, Roberto Micheletti. Il voto è avvenuto per alzata di mano.
ATTACCO A OBAMA IN TV - Zelaya ha subito puntato il dito contro il presidente americano Barack Obama: «Ci sei tu dietro a tutto questo?», ha chiesto Zelaya all'inquilino della Casa Bianca dai microfoni di Telesur. La Casa Bianca ha però risposto respingendo con forza l'accusa: «Non c'è stato alcun coinvolgimento statunitense in quest'azione contro il presidente Zelaya». Dura anzi la condanna del golpe da parte del segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ha parlato di un atto che deve essere «condannato da tutti» e che «viola i principi democratici». Le parole del capo della diplomazia Usa seguono quelle di «profonda preoccupazione» espresse da Barack Obama, accusato invece anche dal presidente venezuelano Hugo Chavez di essere coinvolto nel colpo di Stato.
CHAVEZ - Proprio Chavez, che aveva chiesto a Obama di pronunciarsi contro il golpe in Honduras («un colpo di stato troglodita»), ha avvertito in una dichiarazione televisiva che il suo Paese «potrebbe agire, anche militarmente», se il proprio ambasciatore o la sede dell’ambasciata in Honduras dovessero essere attaccati.
LA UE CHIEDE LA LIBERAZIONE- Alla condanna del golpe da parte del Venezuela, si aggiunge quella di Colombia, Brasile, Argentina ed Ecuador. Anche i ministri degli esteri dell'Ue hanno «condannato con forza l'arresto del presidente dell'Honduras» Manuel Zelaya chiedendone «l'urgente liberazione». In un documento pubblicato domenica a Corfù, ai margini della riunione dell'Osce, i 27 ministri auspicano un rapido «ritorno alla normalità costituzionale» nel paese centramericano. L’Organizzazione degli stati americani (Osa) ha indetto una riunione d’emergenza per discutere la situazione in Honduras. Il presidente del Paese, Manuel Zelaya. Dura la condanna del golpe da parte di numerosi paesi latinoamericani: contro il colpo di Stato si sono finora espressi, oltre al Venezuela, anche Colombia, Brasile, Argentina ed Ecuador.
TENSIONE - Successivamente all'arresto del presidente, testimoni hanno riferito che gas lacrimogeni sono stati sparati contro un gruppo di circa 500 manifestanti davanti al palazzo presidenziale. Colonne di blindati hanno percorso non solo le strade di accesso alla residenza del presidente arrestato ma anche altri punti della capitale. Gruppi di militari hanno preso il controllo delle sedi di alcuni edifici della pubblica amministrazione. Nella capitale ci sono anche interruzioni nella fornitura dell'energia elettrica. In serata centinaia di sostenitori del presidente dell'Honduras sono scesi in piazza davanti alla sede della presidenza per chiedere il suo ritorno nel Paese. Lo hanno riferito testimoni. I manifestanti appartengono alle organizzazioni politico-sociali che hanno difeso il progetto di Zelaya di modificare la Costituzione per potersi ricandidare alle presidenziali per un secondo mandato.
LA CRISI ISTITUZIONALE - L'arresto di Zelaya arriva dopo la delicata crisi istituzionale che si era aperta a seguito della decisione del presidente di rimuovere il capo di stato maggiore delle forze armate, Romeo Vasques: decisione contestata dallo stesso militare, la cui reintegrazione all'incarico era stata d'altra parte chiesta dalla Corte suprema honduregna. Al centro del lungo braccio di ferro militari-presidente c'è un controverso referendum popolare indetto da Zelaya e in programma per domenica, attraverso il quale il presidente puntava ad ottenere una riforma costituzionale che gli permetterebbe di presentarsi per un secondo mandato presidenziale di quattro anni.

giovedì 30 aprile 2009

Comunicato stampa - 3



A POMPEI LA RETE PER IL DIRITTO ALL’IDENTITÁ
Il Comune si attiva per l’istituzione dell’ufficio per ritrovare i bambini dei desaparecidos argentini rapiti dal regime militare.

A Pompei una sede della «Rete per l’Identità» (Red) per ritrovare i figli dei desaparecidos, nati in Argentina tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Al progetto sta lavorando l’assessorato alla cultura del comune mariano, coordinato da Antonio Ebreo, in collaborazione con l’associazione socioculturale italo/argentina (Ascia) che ha sede a Castellammare di Stabia. L’iniziativa è stata presentata lunedì 27 aprile nel corso dell’incontro «Memoria y Desaparecidos» durante cui si è discusso dei crimini commessi negli anni della terribile dittatura che ha caratterizzato circa trenta anni fa la storia dell’Argentina. Alla manifestazione è intervenuto Horacio Pietragalla Corti, che venne strappato, poco dopo la sua nascita, dai suoi genitori naturali, mentre venivano torturati dai militari, per avere come unica colpa, quella di essere degli oppositori del regime dittatoriale. Quest’ultimo ricordando la sua vicenda ha sottolineato: «I miei dubbi sulla famiglia che mi ha cresciuto – spiega il giovane argentino – sono nati quando vedevo il loro comportamento diverso nel periodo imminente al mio compleanno ed a quello di mia sorella. Per quest’ultima mia madre raccontava tutti i momenti del parto e della nascita, ma per me invece questi ricordi non c’erano. Da qui è partito un primo dubbio. Poi la mia ragazza navigando sul sito internet dell’associazione delle Nonne di Plaza de Mayo, ha visto una donna, la mia vera mamma, che mi teneva in braccio e mi ha detto che quella donna era uguale a me. Da qui, contattando poi l’associazione, sono riuscito a conoscere la mia vera identità, e sono anche riuscito a recuperare anche i resti dei miei genitori biologici». Riferendosi al progetto della Rete per l’Identità, Pietragalla Corti ha evidenziato: «chiunque, giovane nato in Argentina, pensi di aver dei dubbi sulla propria identità, oppure creda di non essere figlio biologico dei propri genitori, può rivolgersi alla Red, anche attraverso una semplice e–mail all’indirizzo dubbio@retexi.it, oppure dudas@retexi.it, per avere notizie circa la sua nascita o i primi anni della sua infanzia». Rispondendo poi alle domande del pubblico, il giovane argentino ha spiegato il rapporto attuale con quella che credeva la sua famiglia, dicendo: «Non è possibile avere più un legame con queste persone. Loro mi hanno in pratica defraudato per tanti anni, addirittura facendomi battezzare da un militare del regime, che era un vicino di casa delle persone con le quali sono cresciuto». Pietragalla ha altresì commentato la polemica creatasi in Italia, scaturita da un frase dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, affermando: «Un capo di governo, non puo' pensare (e dire) cose del genere. Comunque non mi importa di ciò che dice il premier italiano. La cosa più forte (e brutta) è stata la reazione dei presenti, quando il premier ha detto quella cosa: tutti hanno riso. Quindi è stata una battuta (infelice), oltre a cinica e violenta, su un evento che ha drammaticamente colpito un popolo intero e che è andata a toccare una ferita sempre aperta, di migliaia di persone che hanno perso figli e nipoti a causa della crudeltà di quanti non hanno alcun rispetto della vita e delle sofferenze umane». La vicenda storica dei desaparecidos e dei loro figli, dalla cattura al processo e condanna ai torturatori, è stata ricordata a Pompei, con la proiezione di un filmato, trasmesso di recente anche nel noto programma televisivo «Chi l’ha visto?», in onda su Rai 3. La visione delle immagini ha coinvolto il folto pubblico presente all’iniziativa, generando la commozione dei tanti partecipanti. I loro sentimenti sono stati ben evidenziati da Claudio D’Alessio sindaco di Pompei, che aprendo il dibattito successivo alla proiezione ha affermato: «È impossibile restare indifferenti a queste immagini, che rappresentano una pagina triste e drammatica della storia dell’Argentina. Dispiace – ha aggiunto il sindaco – aver scoperto che molti dei militari e dei torturatori dei desaparecidos, abbiano origini italiane, ben dimostrate dai loro cognomi. Ad Horacio, qui presente, ma a tutti gli scomparsi ed i loro parenti, a nome dei cittadini di Pompei, ma forse sarebbe il caso di dire di tutti gli italiani, mi sento quindi di chiedere scusa, per questo criminoso contributo dato da nostri connazionali, o loro discendenti, alla dittatura militare ed al suoi metodi». Ringraziamenti all’amministrazione comunale per la promozione della tavola rotonda sono giunti da Carlos Bustamante, presidente Ascia, che ha affermato: «Siamo soddisfatti dell’adesione della Città di Pompei, alle nostre iniziative per ricordare una triste pagina della storia del nostro paese d’origine. Per questo ci impegneremo per realizzare anche su questo territorio un ufficio, una cellula delle «Rete per l’Identità» che possa aiutare altri giovani argentini, probabili figli o nipoti di desaparecidos». L’obiettivo di creare una sede di questo tipo a Pompei, è stata anche ribadita da Ebreo, che ha spiegato: «Questo progetto si sposa con i valori di pace e solidarietà, emanati dalla nostra città, da sempre vicina alle popolazioni colpite da tragiche vicende, come quella argentina». L’assessore ha poi evidenziato l’assenza nel pubblico delle rappresentanze scolastiche esistenti sul territorio di Pompei affermando: «Il mio unico rammarico è la mancanza a questo incontro delle scuole della nostra città, che sono state tutte regolarmente invitate. Nonostante ciò ringrazio i tanti giovani, qui presenti. Questi ultimi nonostante la carenza scolastica, hanno partecipato, dimostrando l’attenzione verso una grave problematica, che riguarda da vicino l’Italia e il Sud, alla luce del forte rapporto esistente da sempre tra popolo italiano ed argentino». I legami e le analogie tra le due popolazioni, sono state ricordate da Marina Mantecòn Fumadò, funzionaria del settore affari politici e diritti umani dell’ambasciata argentina in Italia, che ha spiegato: «La nostra ambasciata è da sempre impegnati in progetti tesi ad evidenziare il rapporto esistente tra l’Argentina e l’Italia. Questo incontro si inquadra proprio nell’ottica di sviluppare in maniera ulteriore il legame storico, culturale e sociale, tra due Nazioni, davvero molto simili». La conclusione dell’iniziativa sarà affidata all’esibizione teatrale dal titolo “Argentina Hijos tour” scritto e interpretato da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curato dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio, la voce di Ilaria Delli Paoli, e l’audio di Alina Lombardi.

Per informazioni
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa
Ing. G. Antonio Morese
cell. 388/11.68.351
e – mail: antoniomorese@tiscali.it

Dr. Basilio Puoti
cell. 328/56.84.789 – 320.29.54.636
e – mail: basilio.puoti0@alice.it

sabato 25 aprile 2009

Comunicato stampa - 2



UN “DESAPARECIDO” ARGENTINO A POMPEI

Lunedì 27 aprile Horacio Pietragalla Corti presenta la “Rete per il Diritto all'Identità”

Pompei. Una “Rete per il Diritto all'Identità” a Roma e Milano, presso l'ambasciata Argentina. A lanciare l’idea sarà Horacio Pietragalla Corti, figlio di una coppia di desaparecidos, ritrovato dopo anni di ricerche, dalla nonna, che fa parte del movimento delle madri di Plaza de Mayo, nato per denunciare la scomparsa di decine di migliaia di persone, durante la dittatura militare argentina (1976-1983). Lunedì 27 aprile, dalle ore 19, il “desaparecido” argentino parteciperà alla tavola rotonda, dal titolo “Memoria y Desaparecidos”, promossa dall’Assessorato comunale alla cultura di Pompei, in collaborazione con l’Associazione socioculturale Italo - Argentina (Ascia), e con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia. All’incontro, in programma presso il centro “Pompei Life” di via Duca D’Aosta 15, è prevista la partecipazione del sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, dell’assessore comunale alla cultura Antonio Ebreo, del presidente di Ascia Carlos Omar Bustamante e di Marina Mantecòn Fumadò, funzionario del settore affari politici e diritti umani dell’Ambasciata Argentina in Italia. L’evento si concluderà con l’esibizione teatrale, dal titolo “Argentina Hijos tour”, scritta e interpretata da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curate dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio.
La "Red por el derecho a la Identidad", promossa in Argentina nel 2003 dalle “Abuelas de Plaza de Mayo” e dalla Conadi (“Commissione nazionale per il diritto all’identità” nata nel 1992) è presente anche in Spagna. L'obiettivo della "Rete" è quello di collaborare con le "Nonne" e con la Conadi nella ricerca dei giovani desaparecidos che vivono oggi, anche in Italia, sotto falsa identità. L'apertura della “Rete per il Diritto all'Identità” a Roma e Milano, presso l'ambasciata dell'Argentina, è stata presentata da Estela de Carlotto, presidentessa delle Nonne di “Plaza de Mayo” e da Horacio Pietragalla Corti durante la puntata di “Chi l’ha visto?” (su Rai3) di mercoledì 22 aprile, condotta dalla giornalista Federica Sciarelli. La Rete servirà a fornire assistenza e informazioni a quei ragazzi argentini, tra i 25 e i 32 anni, che sospettano di essere stati vittima di rapimenti. Il nuovo ufficio sarà gestito dall’Ambasciata argentina e il suo compito sarà quello di sostenere i ragazzi che lo contatteranno all'indirizzo www.retexi.it. Due psicologi assisteranno i ragazzi dal momento dell'avvio delle pratiche fino all'eventuale esame del Dna, previsto in Consolato. Contemporaneamente, l'associazione 'Abuelas de Plaza de Mayo' ha fatto sapere di voler continuare la ricerca di desaparecidos in Italia. Per ora sono quattro i desaparecidos individuati: Enzo Lauroni di Veroli, Egidio Battistiol di Frascati, Franco Venturi e Enrico Pankonin di Roma.

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Per informazioni:
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa –
Dr. Basilio Puoti
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mercoledì 22 aprile 2009

Comunicato Stampa

A POMPEI TAVOLA ROTONDA SUI DESAPARECIDOS
Lunedì 27 aprile la testimonianza di uno dei figli degli scomparsi argentini

Scomparsi nel nulla. Gettati nell’oceano da elicotteri ed aerei. Torturati mentre a pochi metri di distanza, la popolazione festeggiava la vittoria dei Mondiali di Calcio. Così ed attraverso tanti altri modi alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, sono sparite, in Argentina, decine di migliaia di persone. Una pagina della storia della nazione sudamericana, che sarà rievocata lunedì 27 aprile, a Pompei nella tavola rotonda, dal titolo “Memoria y Desaparecidos” promossa dall’assessorato comunale alla cultura della città mariana, in collaborazione con l’Associazione socio-culturale Italo – Argentina (Ascia), e con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia. All’incontro, in programma a partire dalle ore 19, presso il centro “Pompei Life” in via Duca D’Aosta, è prevista la partecipazione di Horacio Pietragalla Corti, figlio di una coppia di desaparecidos, ritrovato dopo anni di ricerche, dalla nonna, che apparteneva al movimento delle madri di Plaza de Mayo, creatosi proprio per denunciare la scomparsa di decine di migliaia di persone, durante la dittatura militare argentina. L’evento, che sarà aperto dai saluti dei rappresentanti istituzionali della Città di Pompei, il sindaco Claudio D’Alessio e l’assessore alla cultura Antonio Ebreo, verrà caratterizzato dagli interventi di Carlos Omar Bustamante, presidente Ascia, e da Marina Mantecòn Fumadò, funzionaria del settore affari politici e diritti umani dell’ambasciata argentina in Italia. La conclusione dell’iniziativa sarà affidata all’esibizione teatrale dal titolo “Argentina Hijos tour” scritto e interpretato da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curato dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio.
«Questo incontro – spiega l’assessore Antonio Ebreo – si inquadra nell’ottica delle altre iniziative, riguardanti la tutela dei diritti umani, promosse nel corso di questi anni dall’amministrazione comunale, per confermare quella vocazione di Città della Pace e della Solidarietà che caratterizza Pompei, sin dalla sua fondazione. La vicenda dei desaparecidos – prosegue Ebreo – fa parte di una delle tante tragedie dimenticate in cui sono stati coinvolti anche italiani. Ricordare serve ad evitare che si possano ripetere tragedie come queste». L’importanza di non dimenticare una vicenda, che coinvolge anche l’Italia, considerato il suo continuo flusso migratorio da e verso l’Argentina, viene ribadita da Carlos Bustamante. «“Memoria y Desaparecidos” – afferma il presidente dell’Ascia– è l’occasione per discutere di una pagina di storia dell’Argentina, ancora poco conosciuta, soprattutto dai più giovani, che quindi possono apprendere, ascoltando una testimonianza diretta, una delle vicende più tristi della storia dell’umanità».

Per informazioni
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa:
Ing. G. Antonio Morese
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Dr. Basilio Puoti
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